Nicaragua
Il viaggio in Nicaragua mi ha offerto la possibilità di conoscere un popolo che solo recentemente si è aperto al mondo. Una terra che ha sofferto molto e che solo dall’88 ha cominciato a sollevare la testa dopo lunghi decenni di scontri e di guerriglie interne che hanno richiamato l’attenzione e gli interessi anche di altri sta gente.
La popolazione è molto giovane ed in pochi hanno conosciuto le gesta di Sandino & CO; i racconti e gli aneddoti si tramandano di padre in figlio e la presenza degli ideali di lotta che furono di un tempo sono visibili ad ogni angolo di strada. Bandiere, scritte, slogans, simboli del sandinismo, manifesti.
Mi trovo in questo paese proprio in un momento storico che definirei chiaro-scuro. Il mio arrivo a Managua è stato infatti salutato da scontri, tumulti, tafferugli tra le opposte fazioni politiche (sandinisti e liberali) e la polizia. L’oggetto del dibattere violento (almeno 2 morti dichiarati) è la frode elettorale di cui viene accusato il partito sandinista.
Si tratta di elezioni municipali che hanno un peso non indifferente nella gestione del paese. Oggi il presidente è Daniel Ortega (ex-rivoluzionario del Fronte sandinista) in carica da 2 anni.
Si accusa la sinistra di aver manipolato il conteggio dei voti per trarne beneficio ovviamente. Il popolo non sembra soddisfatto del biennio sotto la gestione sandinista e questo potrebbe essere una delle cause che ha spinto la sinistra a non accettare per questa tornata elettorale la presenza degli osservatori internazionali. Le accuse dei liberali vanno ancora più in là e cioè sino ai brogli in diversi seggi e alla frode.
Il Mondo aspetta risposte chiare e prove di responsabilità dal Nicaragua. Si paventa l’ipotesi, appoggiata dall’UE, di ripetizione dell’evento elettorale.
A fronte di tutto questo caotico divenire, vivere totalmente immerso nella Natura mi ha permesso di dimenticare in fretta i disagi e le frizioni vissute a Managua dove, per alcune ore, ho assaporato una sorta di spiacevole coprifuoco per la pericolosità ed il rischio di aggressione che si correva semplicemente nel fare una breve passeggiata.
Fuggito rapidamente con il primo bus utile verso Granada, con il mio compagno di viaggio abbiamo immediatamente gustato la bellezza dei luoghi e la cordialità della gente.
Leggendo le guide turistiche ed anche qualche articolo su internet, si entra subito in uno stato di preoccupazione e tensione al solo pensare che quanto pianificato (ben poco realtà) e cioè viaggiare in lungo e largo per il paese con i mezzi pubblici viene dipinto come un grosso rischio, un esporsi a pericoli di diverso genere. Ma io voglio vivere la genuinità del Nicaragua.
Il mio è il “viaggio verso la bontà” della gente; per credere ancora nell’Uomo e non assuefarmi all’idea che viviamo ormai solamente di individualismo ed interesse. Per poter ancora sperare …. credere ancora che la mia mente possa rifiutare e rigettare l’idea che questa sia l’epoca della disumanità.
E’ il viaggio della fiducia nelle genti del mondo; stop alle chiusure, stop alla diffidenza, stop alle chiusure di qualsiasi genere e soprattutto quelle mentali. Apriamoci, ascoltiamo, ascoltiamo senza pregiudizi.
Voglio osare… perché sono convinto che l'avvenire dell'uomo sia tutto nel coraggio. E’ giunto il momento … si è adesso che l’uomo deve cominciare ad osare e trovare il coraggio di essere pienamente uomo. E’ questo l’avvenire dell’umanità, il ritorno alla vera umanità !
Benché tutto cio possa sembrare semplice e banale, occorre molto coraggio e forza interiore per ritornare ad essere “Uomini”.
Ci vuole coraggio per essere capaci di vivere nuovamente con il cuore; ci vuole coraggio per poter ancora guardare il mondo con il cuore anziché con la cupidigia ed il sopruso. Ci vuole coraggio per poter essere in grado di rinunciare a parte di quello che possediamo per donarlo o condividerlo. Ci vuole coraggio per essere "uomini umani" e per accantonare l’egoismo che ci fa estremamente ed eccessivamente “disumani”. Ci vuole molto coraggio per abbattere i muri egoisti che abbiamo costruito…
Il mio è il viaggio contro ogni tipo di paura. Il viaggio degli incontri, il percorso dell’estraneità e della libertà. E’ il cammino dell’onestà e della solidarietà; e poco importa se incontrerò dei disonesti o dei malfattori per la mia strada… perchè è la forza della bontà e del sorriso che mi conducono in ogni dove...
Questo paese mi affascina. La sua ingenua giovinezza e la sua povertà sarebbero da dipingere, da descrivere … ma ho solamente delle foto per raccontare quello che vedo e la forza della mia penna … per testimoniare … per essere ancora una volta cantastorie…
I miei tragitti sono fatti di un alternarsi di gente, luoghi e Natura.
Se volessi solo accennare alla Natura non saprei neppure cosa descrivere e narrare. Le scalate di monti e vulcani mozzafiato, sempre decorate da panorami fiabeschi: laghi, lagune, isole, mare, cascate, fauna, flora tutti nello stesso quadro.
Ecco la mia fotografia di questo paese. E’ l’alba, mi trovo sul vulcano El Hoyo (nord-ovest del Nica nei pressi di Leon); ho appena trascorso una notte in tenda dopo un’escursione di 8 ore (scalando le vette di due vulcani) con
Arriva una delle tante ricompense della Natura: davanti i miei occhi il sole già pronto a pennellare con la sua luce il Lago di Managua e quello di Nicaragua. Sembra che faccia la sua comparsa dal dietro del vulcano Momotombo (simbolo del Nicaragua), ed a tratti dà l’impressione che il vulcano sia in eruzione. Accanto il vulcano Momotombito, il figlioletto, fonte d’ispirazione del poeta Ruben Dario.
Alla mia destra l’Oceano Pacifico che l’amico sole con i suoi tiepidi raggi rende ancora più attraente grazie ad una brillantezza accecante. In basso infine la splendida Laguna Asososca nelle cui acque calde andrò a bagnarmi dopo altre 5 ore di marcia (a scendere stavolta).
Che chiedere di più ! Un amaro Lucano … forse ?
I luoghi
I luoghi ! Tutti quanti carichi di vita, di colori, di sudore, di grida, di umiltà, di sorrisi, di fatica, di sporcizia, di odori, di folla, di gente ammassata.
Luoghi di speranza, di commercio…. luoghi di attese…si perché il Nicaragua è un paese di attese. Si attende … si attende una nuova vita … si attende il cambio per il meglio… si attendono le promesse, si attendono gli aiuti internazionali, si attendono gli aiuti dei paesi amici ed i soprusi di quelli nemici… si attende la giustizia, si attende il benessere per tutti… si attendono eternamente gli autobus…
… mmm… gli autobus ….ne potrei scrivere per ore …gli autobus sono i miei veri compagni di viaggio …
… ebbene darne una breve descrizione prima di far entrare il lettore in un eventuale immaginario di “stampo occidentale”…
Qui, come dovunque in America Centrale, gli autobus sono degli ex School bus di creazione statunitense riciclati nei paesi poveri negli ultimi decenni. Colorati in diverse tinte, sembrano carini nel vederli passare e la prima cosa che si pensa è: “toh, guarda che bella foto che viene fuori con quel visino di Che Guevara sul bus d’epoca che strombazza a 80 all’ora per le false strade di questo villaggio”
Poi arriva il giorno in cui su quel bus ci sali tu e, quel bus, non lo abbandonerai più per mesi interi. Si, perché da queste parti la vita scorre dentro quei bus… che diventano casa, mercato, luogo di conoscenza … di incontri … quei bus sono scuola, negozio, chiesa …magazzino, mezzo di trasporto per persone, animali ed oggetti, insomma di tutto quello che sia possibile…
Ho visto davvero di tutto dentro gli School Bus. Essendo l’unico mezzo di trasporto esistente, sono sempre stracolmi di gente. Durante le loro corse (dei veri viaggi, e delle vere avventure) e nelle innumerevoli fermate salgono su venditori di tutti i tipi. Puoi acquistare spazzolini, dentifrici, pettini, acqua, bevande, lecca lecca, cibo, orecchini, collane, cappelli, sedie, medicinali, frutta, panini, giornali, preservativi, taglia-unghie… insomma, tagliamo corto… davvero di tutto.
Non occorre neppure andare in chiesa se viaggi in bus perché, prima o poi, di certo passa un pastore che legge i versi della Bibbia o del Vangelo per poi farti una di quelle omelie gridate a squarcia gola (a volte con canti incorporati) che, stranamente non occorre neppure pagare con qualche spicciolo… per non parlare di chi prova a venderti il medicinale miracoloso… valido per tutto… se hai un cancro cosi come se hai una diarrea: “Bastano 2 gocce al giorno…e ciao medici, ciao operazioni chirurgiche…” … quasi la vita eterna … mah … a me sembrano delle gocce di acqua all’interno delle boccette da mago merlino …
Li vedi sfrecciare questi bus multi-terreno carichi sino all’inverosimile, nel totale non rispetto della minima regola di buonsenso e sicurezza… eppure sono sempre li con la gente che li prende al volo e quella che scende ad una velocità supersonica; per un paio di volte ho visto gente che ha fatto dei veri e propri traslochi … con quei bus, con tanto di stanza da letto depositata faticosamente al centro della piazza del villaggio. E li tutti a gridare: “Buenas noches, buenas noches”
Al loro interno, questi bus constano di sedili stile panchine in ferro ricoperte di cuscini piùmini rivestiti in simil pelle.
Indimenticabili le grondate di sudore derivanti dal contatto tra pelle umana (già compressa per via del super affollamento) e della simil-pelle soprattutto quando la temperatura esterna è di circa 35 gradi celcius.
I finestrini sono spesso automatici, ma a senso unico …non riescono a rimanere su per più di 5 min … alla prima buca il servizio automatico scatta alla velocità della luce, risultato si viaggia al vento (che non è un aspetto negativo, se volete, considerato il mal odore che spesso si crea in viaggio per sudore, cibo vario consumato, peti, erutti, piedi scalzi…ecc).
Il posto guida è da cineteca: il Che dal un lato, il volto di Gesu dall’altro. Le immancabili frasi religiose di protezione del tipo: Dios bendica este bus y sus pasenjeros” o anche “Sali’ este manana con Jesus, si no regresso me fui con el”. C’è sempre un crocifisso sull’enorme specchietto retrovisore dal quale il grosso autista, spesso con canottiera e cappellino da baseball osserva e scruta ogni viaggiatore. Ci sono sempre 2 bigliettai che fungono inoltre da caricatori-scaricatori di quanto già descritto dentro il bus e sul suo tetto.
In tale contesto non va assolutamente dimenticata la vera protagonista di ogni viaggio: la musica ! Infatti il bus puo essere semi distrutto quasi a pezzi, potrebbe non esserci il bigliettaio o potrebbe non funzionare la terza marcia, ma mai, dico, mai esisterà un bus che non abbia la musica romantica ispanico-latina. Ovviamente musica continuamente a palla per tutto il tempo e a qualsiasi orario (ho preso dei bus anche alle 4 del mattino). In genere la radio è un vero e proprio stereo con 2 super casse che la sparano decibel sino a rompere i timpani …. Tutta questa struttura da discoteca è installata in maniera artigianale su degli scaffali costruiti a destra e a sinistra del posto autista.
Cavolo ormai conosco tutti i pezzi e tutte le parole …
Quante ore ho già trascorso dentro la cinquantina di school bus nei quali ho viaggiato in Nicaragua e adesso, in Salvador…
Il viaggiare nei bus è senz’altro un’esperienza unica ed a se stante rappresentativa della cultura del paese; mi preme testimoniare qualcosa di eccezionale accaduta proprio in uno di questi bus e che resta impressa nel mio album di ricordi.
Isola di Ometepe, 8:45 del mattino. Arriva strombazzando a più non posso il “fatiscente” bus Balgue-Altagracia. E’ stracarico di gente e oggetti di qualsiasi tipo, gremito in ogni ordine di posto dopo la mia entrata (+zainone).
Le strade (non strade) ci fanno sussultare al ritmo dei secondi di un cronometro; per dare l’idea, il bus percorrerà
Ebbene, dopo l’ennesima super buca gigante creata dalle piogge e dal fango e nella quale il bus rimane bloccato per una decina di minuti (ovviamente si scende per le manovre di sblocco), ecco che sale sul bus una mammina di origine indigena con la sua piccola bimba tra le braccia. A fatica fa qualche passo “slalomando” tra un viaggiatore e l’altro nella strettoia di corridoio creatasi tra le due file di sedie-panchine ed i passeggeri in piedi.
D’improvviso con un passamano stile staffetta 4x riesce a passare la propria bimba ad un’altra mammina sconosciuta ma seduta; la sua bimba rimane cosi distante circa 4-
Nel frattempo l’altra mammina con una naturalezza strabiliante prende in braccio la bimba facendo accomodare la sua piccola accanto e stringendosi ulteriormente nel posto a sedere.
Dopo circa 6 fermate, la mammina la seconda, dovendo scendere dal bus, passa la bimba nelle braccia di un vecchietto (ancora un altro sconosciuto) seduto dietro di lei (accanto aveva un turista). Con tanto di sorriso e senza alcun scambio verbale il vecchietto prende la bimba in braccio e comincia ad accarezzarla e a prendersi cura di lei (la sua mamma era sempre più distante). Insomma la storia continua con la bimba che fa il giro di braccia in braccia (ancora per 2-3 persone) sino a quando la mamma, grazie alla discesa di un bel po di passeggeri, non riesce a “riappropriarsi” della figlioletta che in tutto quel lasso di tempo era rimasta serena e pacifica… rilassatissima…
Sono colpito dalla solidarietà di questa gente, dalla fiducia delle persone tra loro, dalla loro semplicità disarmante, dalla naturalezza del loro vivere e dall’onestà di cui hanno fatto un valore imprescindibile. Che sorpresa e che gioia nel vedere quella scena che inevitabilmente è stata per me l’attrazione per quel tragitto. Man mano che aumentava il numero di braccia nelle quali la bimba veniva accolta, maggiore era il mio stupore e la mia contentezza. Mi sentivo in uno stato di sospensione, inizialmente ero incredulo; dall’alto della mia mentalità occidentale pensavo che tutti quanti si conoscessero tra loro o che erano tutti parenti. Poi mi sono reso conto che il loro legame comune era l’amore per l’essere umano, il rispetto della persona accanto, del bisognoso; in fondo quella gente stava solamente mettendo in pratica un semplice principio dell’umana umanità: dare all’altro, offrire il proprio aiuto senza alcunché in cambio ma solo per l’amore dell’amore.
Quando mammina e bimba sono scese dal bus, il mio pensiero si è inevitabilmente spostato verso il mio mondo, quello da cui provengo, quello che mi ha dato una cultura ed un’educazione…
Immediatamente una domanda, ma sarebbe possibile assistere a qualcosa del genere nella nostra società ? Chiusi come siamo nel nostro individualismo, nelle nostre diffidenze su tutto e tutti e persi nei labirinti tortuosi delle nostre paure, saremmo in grado di passare nostro figlio con tale spontaneità alla persona che ci sta accanto ? E la reazione della persona accanto ? E l’educazione superprotettiva che stiamo inculcando ai nostri figli ce lo consentirebbe ? … Se a stento riusciamo a dire buongiorno al nostro vicino di casa …
Non avevo molte risposte da dare; li si è chiusa la mia riflessione e con un sospiro e successivamente con un sorriso di ringraziamento metto sulle spalle lo zaino e scendo da quel fatiscente bus che mi aveva appena dato un‘imprevista lezione di vita….
Le genti
Sono in viaggio da poche settimane ma già potrei stilare una lunga lista di persone incontrate. Credo sia scontato incontrare tanta gente quando si viaggia a lungo. Quando faccio riferimento alle persone incrociate sul mio cammino intendo parlare di gente con cui si è discusso, ci si è confrontati, con cui si è avuto una trasmissione positiva o negativa. Quanti…. Quante motivazioni differenti che portano a girovagare per il mondo. Se volessi citare i primi esempi e le prime persone che mi saltano alla mente parlerei della coppia di francesi conosciuta su uno dei tanti bus. Erano in viaggio da 2 anni e dopo l’Asia ed l’America del Sud erano giunti in America centrale. Ascoltare le loro storie e i loro aneddoti avrebbe potuto riempire facilmente intere giornate. E la coppia americana in bicicletta, arrivavano da molto lontano; vederli con il ghigno sofferente per le strade del Nicaragua stracarichi di bagagli sotto al sole cocente…ed il motociclista svizzero in giro da 3anni sul suo Tenerè che nei periodi di pausa teneva in un magazzino in Uruguay. Poi l’istruttore di immersioni francese che pianificava di viaggiare per l’intera vita e per il mondo esercitando periodicamente la sua professione all’occorrenza. E quanti volontari…. Quelli delle ONG, quelle delle associazioni e delle organizzazioni mediche, quelli che organizzano escursioni naturaliste per il turisti per devolvere il ricavato ai bambini (per le scuole, per la malnutrizione, per i vestiti, ecc)…quelli che insegnano a scrivere e leggere ai bimbi nelle scuole,quelli che si occupano di protezione degli animali e dell’ambiente …insomma tanti…
Una parola, uno sguardo, un pensiero…e non sei più solo …i battiti aumentano, il sangue comincia a circolare con più veemenza. Ci ripensi quasi con incredulità … e vedi i tuoi occhi in quelli di altri… è lo stesso sorriso…si li proprio davanti a te.
Quei visi, quella dinamicità, quella forza interiore, quella semplicità, quel fare pacato e concreto…tutto cio allora esiste negli angoli nascosti del nostro mondo ?
Per alcuni attimi resti imbambolato, stordito eppure si ... li a parlare lo stesso gergo… ed in fondo non si parla neppure tanto perché ...che necessità c’è di farlo. Non occorrono altri elementi e la chiave di volta è quel sorriso riconciliante col pianeta.
Altri girovaghi del mondo, altre farfalle tra le farfalle…ed i sorrisi e le mani….quelle mani proteggono il globo con le proprie idee e lo riscaldano per evitare il congelamento del pianeta….e per dare speranza…e forza …e carica …per testimoniare … per essere “solitudine accompagnata” con cui attraversare le vie di questo vivere ….
DLS
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