by Dario Lo Scalzo: giornalista, scrittore, videomaker, paroliere ... e tanto altro

Ha un background professionale nel mondo bancario, del microcredito e dell'organizzazione aziendale e da anni si occupa principalmente di Diritti Umani e Nonviolenza. Promotore e realizzatore di vari progetti umanitari in America Latina e Sudamerica. Ha scritto per Terranauta e per Il Cambiamento e ha anche collaborato con altre testate on-line (Girodivite) e cartacee (Left Avvenimenti, Il Clandestino con permesso di soggiorno). È video giornalista freelance per la Radiotelevisione svizzera (RSI).
Fa parte della redazione italiana di Pressenza.


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domenica 5 luglio 2009

Deviazioni...

Esco a passeggiare nella notte fonda del Brasile; ho bisogno di aria, necessità di vivere un altro morceau di giornata; è difficile contenere la mia energia, la mia allegria; vorrei essere qui, altrove e dovunque...

Rifletto sugli attimi del mondo .... ma é inutile pensare sempre alle stesse cose ... si diventa quasi monotoni ... la mia auto-analisi mi porta a delle conclusioni quanto meno bizzarre ... sento forte la mia "solitudine piacevole"; mi sento ormai dentro un circuito di solitudine senza la necessità (probabilmente anche per un senso di rassegnazione) di aprirlo agli altri.

Sento che gli altri non capiscono, non accettano, non fanno sforzi e neppure io ho più voglia di fare sforzi per affermare me stesso. Non mi sento vittima, non ho un tono critico né provocatorio ma esteriorizzo la constatazione delle mie sensazioni vere, quelle che ti escono da un "dentro" che a volte é ancora parzialmente ignoto.

Non mi sento solo, ma lo sono in fondo; girovago dei miei pensieri, dei labirinti complicati costruiti dal mio vivere e dalla mia curiosità.

Un vivere fatto di ricerca di semplicità; oggi questa ricerca passa per la complessità, per la difficoltà di esprimere l'intimità. È strano pensare che in questo mondo balordo é difficile essere semplice e che per vivere la propria semplicità (o il desiderio di semplicità) bisogna chiudersi in se stessi ed essere complicati. In questi vortici insensati di vita quotidiana paradossalmente la semplicità é considerata come diversità, come estraneità, quasi come anticonformismo.

Diventa dura essere capiti, apprezzati, accettati .... è arduo condividere. Alla fine, per una parte del mondo sei solamente un "solo solitario" alla ricerca di pazzie. Beh, sarà così, ma tanto, a me poco importano e valgono i giudizi degli altri, sono ormai fuori dal labirinto creato dalla paura del giudizio sociale e della sua pressione.
A volte mi chiedo chi sia davvero solo ... il ricercatore di pazzie o il "felice" pantofolaio della società moderna, quello che trascorre il tempo facendo zapping.
Guardo i piedi che mi portano per i luoghi oscuri di questa città e penso a quanti suoli diversi hanno scoperto, a quanta vita differente hanno divorato in questi anni, a quanta emozione hanno condiviso, a quanta vibrazione hanno assorbito, a quanto vero "vivere" hanno conosciuto...

Quei piedi sono la mia forza, rappresentano il traino delle idee e delle convinzioni.

Sono qui ora, c'é un sorriso a rincuorare il mio cammino per le vie della mia mente. Mi perdo nel tempo e nello spazio; e a volte mi preoccupa questa assenza virtuale dalla realtà, quasi fossi sospeso sul filo del mondo pur essendovi dentro ... mi potrebbe succedere qualsiasi cosa senza neppure averne percezione.

La manifestazione e l’espressione più pura di quella che definisco la "morte viva": quello stato di assenza dall'esistenza che porta all'astrazione, allo smaterializzarsi del corpo, al suo svaporamento e alla sua disgregazione temporanea.

Poi, d'improvviso, il ritorno alla vita vera, quasi con un senso di delusione e di sorpresa e così si rientra nei ranghi ma con una forza nuova, con vigore e soprattutto con la consapevolezza di avere assaporato e vissuto una parentesi di vita astratta, una vita parallela o, forse la vita nella vita.

Ci si sente come sprofondare nelle viscere della Terra alla scoperta dell'essenza, dell'origine della vita oppure, a volte, come volare per i cieli per degustare i misteri dell'universo.

In questo momento, proprio mentre scrivo, mi vedo, ancora una volta, solo, a capire quello che scrivo. Quello che va oltre le righe é forse l´indicatore dellincomunicabilítá, del poco omprensibile; é come un disegno ermetico o forse solamente un brutto schizzo.
Nel paesaggio nebuloso che mi circonda continuo a passeggiare per i vicoli silenziosi e immagino di essere l'attore unico di questo palcoscenico: quei palazzi, quelle case, quelle auto posteggiate sono il mio pubblico che mi ascolta recitare in questa alba.

Ed io, abbagliato dai riflettori accesi di questo palco, non li vedo, ma li percepisco, li, nascosti dietro le tende delle finestre, dentro i letti dei loro sogni. La mia recita é un monologo che non ha spartito.

Dietro questi segni concreti di un'altra notte insonne, c'é la metafora del mio vivere confortato da una semplicità diversa che rafforza il mio spirito.

Il morceau di giornata termina così dietro due occhiaie che mi segneranno per l’intero giorno.
Il dovere reale è salvare i propri sogni .... dicunt
Buonanotte
DLS

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Dario,
ho letto un bel tratto sulla felicità di un libro che purtroppo non riesco a trovare. Diceva, “ …è necessaria una notevole intelligenza per essere semplici…la semplicità non si limita ad essere una espressione puramente esteriore, una rinuncia. La semplicità può nascere solo interiormente; e a partire da li, può, puoi dare luogo ad una manifestazione esterna. Il problema è come essere semplici, perché la semplicità acuisce la sensibilità. E’ fondamentale avere una mente sensibile, un cuore sensibile, che sia capace di una percezione e una ricezione rapida…si può essere semplici interiormente solo se si comprendono gli innumerevoli impedimenti, legami e paure che ci imprigionano…internamente siamo prigionieri dei nostri desideri, bisogni, ideali. E’ impossibile trovare la semplicità se non si è liberi dentro…” Questo per dirti quanto sia difficile le ricerca della felicità se vuoi che essa non sia solo una messinscena esteriore bensì qualcosa di essenziale…molte volte, non è indifferenza quella delle persone, bensi difficoltà ad essere felici dentro

Anonimo ha detto...

Ciao chiunque tu sia :0)

sono d´accordo con quello che mi scrivi e mi ritrovo molto nelle tue parole sia per quanto riguarda la semplicitá, che relativamente alla felicitá "vera" e alla libertá interiore. Proprio tempo fa scrivevo-dicevo che la libertá interiore ti da spesso la possibilitá di vivere quantomeno una la felicitá transitoria dovunque.. anche in contesti-sistemi che non accetti...ma so che é una meta difficile da raggiungere... spero che, nel mio tentativo forse utopico, di sensibilizzare la gente questi messaggi siano giunti ...

GRAZIE TANTE per avere condiviso la tua opinione nel blog

CIAO
Dario :0)