by Dario Lo Scalzo: giornalista, scrittore, videomaker, paroliere ... e tanto altro

Ha un background professionale nel mondo bancario, del microcredito e dell'organizzazione aziendale e da anni si occupa principalmente di Diritti Umani e Nonviolenza. Promotore e realizzatore di vari progetti umanitari in America Latina e Sudamerica. Ha scritto per Terranauta e per Il Cambiamento e ha anche collaborato con altre testate on-line (Girodivite) e cartacee (Left Avvenimenti, Il Clandestino con permesso di soggiorno). È video giornalista freelance per la Radiotelevisione svizzera (RSI).
Fa parte della redazione italiana di Pressenza.


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sabato 31 gennaio 2009

Un ricordo ...

Gazzella della fuga

Mi sono perso molte volte in mare
con l'orecchio pieno di fiori appena colti,
con la lingua piena d'amore e d'agonia.
Molte volte mi sono perso in mare,
come mi perdo nel cuore di alcuni bambini.

Non c'è nessuno che,nel dare un bacio,
non senta il sorriso di gente senza volto,
non c'è nessuno che ,al contatto di un neonato,
dimentichi gli immobili teschi di cavallo.

Perchè le rose sulla fronte cercano un duro paesaggio
di osso e le mani dell'uomo non hanno altro senso
che imitare le radici sotto terra.

Come mi perdo nel cuore di alcuni bambini,
mi sono perso molte volte in mare.

Ignorante dell'acqua, vado in cerca di una morte
di luce che mi consumi

Gacela de la huida

Me he perdido muchas veces por el mar
con el oído lleno de flores recién cortadas,
con la lengua llena de amor y de agonía.

Muchas veces me he perdido por el mar,
como me pierdo en el corazón de algunos niños.
No hay noche que, al dar un beso,
no sienta la sonrisa de las gentes sin rostro,
ni hay nadie que, al tocar un recién nacido,
olvide las inmóviles calaveras de caballo.

Porque las rosas buscan en la frente un duro paisaje de hueso
y las manos del hombre no tienen más sentido
que imitar a las raíces bajo tierra.

Como me pierdo en el corazón de algunos niños,
me he perdido muchas veces por el mar.

Ignorante del agua voy buscandouna suerte de luz que me consuma.
(Garcia Lorca)

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